sabato 15 dicembre 2012

Momenti di silenzio


Ci sono momenti in cui si ha bisogno di silenzio.

Quel silenzio che come un bozzolo racchiude i tuoi pensieri, la tua anima, il tuo corpo e li protegge.

Dopo aver tanto parlato, tanto discusso e ti sei reso conto che le parole sono solo state come foglie al vento che all’arrivo dell’autunno cadono ingiallite… lasciando così quei rami spogli che si protendono scuri nell’aria umida, fredda, incolore dell’inverno, e non c’è  che la possibilità del silenzio e dell’attesa.

La solitudine diventa una calda coperta che ti avvolge, che copre la testa e ti isola dal mondo, dagli sguardi, dal vociare frettoloso, superficiale e irriverente di chi non sa ascoltare, di chi non sa vedere… di chi si è arreso alla corrente del fiume dell’esistenza, incanalato in angusti passaggi di cemento come tortuosi meandri  del cervello che non hanno più respiro, mentre i pensieri vanno... corrono, scorrono impazziti… sempre uguali, senza sbocco, girando continuamente su stessi percorsi… su stessi solchi che vengono erosi sprofondando nel nulla esistenziale.

E ricerco quel silenzio che cura, che calma la mente e il cuore, quella solitudine che medita, si raccoglie e sfonda il tempo per andare oltre le dimensioni del giorno scandito dal banale, dal predisposto e dal così è se vi pare … e non vuol cambiare.

Il bruco nel suo bozzolo si evolve, il ramo spoglio di vita apparente è in stasi e si protegge. E dopo l’attesa, il silenzio, la solitudine…  la vita riesploderà nel volo, nei colori e nelle possibilità per la stagione del sole e del calore, che nel silenzio e nella solitudine del momento richiesto si è  contribuito a far esistere, a rinnovarsi ad evolversi …

Anna Rita Scheri

mercoledì 31 ottobre 2012

Il giorno di riposo

Era da poco passata la mezzanotte quando la porta si aprì dall’esterno e qualcuno entrò nella casa. Nel buio completo della notte le luci rimasero spente, mentre l’essere che era entrato vagava per la stanza senza far rumore, senza emettere un solo respiro. Poi, lentamente, si avvicinò ad una poltrona illuminata da un raggio di luna. Posò il bastone intagliato con strane figure contorte e spaventose, si tolse il mantello che copriva la scarna figura, poggiò il nero cappello sopra un mobile lì accanto e si tolse la maschera dal volto. A favore della luce lunare essa apparve di un colore bianco grigiastro con zigomi segnati di nero e il contorno degli occhi del rosso del fuoco di una brace quasi spenta. Si tolse le scarpe e poi la giacca strappata, i pantaloni smunti e quasi laceri… la camicia sporca e insanguinata. Privo dei suoi abiti rimase poi così, fermo per un istante, nudo e liberato. Accasciandosi quindi esausto sulla poltrona che lo accolse nell’invisibilità delle sue forme l’essere pensò: “Finalmente un giorno di riposo! Oggi saranno gli stessi esseri umani a mettere in scena il loro terrore! E non avranno bisogno di me.”  E in quel preciso istante, il calendario appeso alla parete si illuminò mentre una pagina si staccava, mostrando la data di quel nuovo giorno: il 31 di ottobre… festa di Halloween. (Anna Rita Scheri)

venerdì 5 ottobre 2012

E se .... ?


Ore 14:00. Ottobre 5, 2012. Sono seduta su un vagone della metropolitana dopo ore passate a ‘sbattermi’ dentro un ufficio. Sto tornando a casa. Ho un libro tra le mani che vorrei finire di leggere. Ad un tratto però qualcosa distoglie la mia attenzione dalla pagina che sto leggendo e mi guardo attorno. Guardo la gente, ce n’è dovunque: seduta, in piedi, appoggiata alle pareti, attaccata alle porte…  Gente che sta in silenzio. O almeno così mi sembra, in quanto non percepisco rumori... Neppure quelli assordanti, in genere, del treno che scorre sulle rotaie. Continuo a guardare quella massa di persone che mi dà l’impressione di essere inanimata, o meglio, priva di una propria volontà di reazione, come se fossero esseri che seguono un qualsivoglia ruolo senza averne diretta coscienza. Il tempo sembra essersi fermato, continuo a  guardarli e la domanda che sorge, senza aver seguito nessuna riflessione mentale, mi lascia perplessa. E se tutta questa gente non esistesse? Mi chiedo facendo seguire il punto interrogativo da un’altra domanda, più che pertinente alla prima: che cosa cambierebbe? E cosa cambierebbe su questo nostro pianeta Terra se fosse privato dei sui abitanti umani? Continuo imperterrita a chiedere senza aver voglia di cercare alcuna risposta. E se non ci fosse neppure la Terra? Cosa cambierebbe nell’Universo? Quali equilibri andrebbe a far saltare, a rivoltare se ad un tratto sparisse? Sempre se poi la Terra fosse importante per quegli equilibri! Rifletto. O magari la sua non presenza sarebbe fautrice, invece, di una nuova e maggiore armonia. Ma le domande ritornano. E se fosse l’Universo a non esistere? Se ci fosse semplicemente un vuoto cosmico … il niente di niente… il nulla? E se tutto questo che stiamo vivendo fosse un bluff? Se fossimo semplicemente personaggi di una storia inventata, di un’illusione derivata da un pensiero creativo sconosciuto che dirige la storia? Come quelle dei cartoni animati dove i personaggi sembrano vivere, partecipare, emozionarsi, morire e tanto altro ma che in realtà non esistono…  In realtà non Sono!

E, se fossimo proprio così, come quei personaggi inutili che mostrano se stessi credendo nella loro vera  utilità, e ci rendessimo conto del nostro stato, se ne prendessimo coscienza… cosa succederebbe? Ci lasceremmo andare smontandoci dalle linee della forma e lasciando a ricordo una semplice macchia di colore su un substrato di materia sconosciuta? Oppure…. Oppure ci indigneremmo di non avere possibilità di vita propria? Ci ribelleremmo? Inizieremmo a pretendere di esserci, di esistere veramente? Di non lasciarci trascinare dal susseguirsi di un racconto preordinato ed imposto e chiederemmo, allora, di poter usare il nostro libero arbitrio? Oppure … Oppure faremmo di tutto per ri-dimenticare la nostra strana origine per ritornare alla vita inanimata di sempre? Prestabilita di sempre? E seduti su una metropolitana dentro una calda giornata di ottobre che ci aspetta all’uscita della stazione … ri-assaporeremmo un cielo ancora terso e un vento dolce che passa tra i capelli e gli abiti ancor leggeri ri-aspettando il prossimo inverno  che… con certezza arriverà! Come sempre….

anna rita scheri

giovedì 27 settembre 2012

Forma ed Essenza

È una notte stellata, la luna là in alto risplende ormai quasi piena. Le stelle, i pianeti sono forme e punti lontani che illuminano il cielo. A guardare su, in alto, ci si perde. Cerchiamo confini a cui siamo abituati, uno spazio da delimitare. Lo spazio che, nel solo pronunciarne il nome, lo abbiamo circoscritto. Ma lo spazio, il cosmo non ha confini, non ha limitazioni e allora dovremmo abbandonarne ogni  definizione, per perderci dentro l’infinito a anche oltre …. Perderci (o ritrovarci) dentro la meraviglia di un universo illimitato, senza forma  e sentircisi dentro, sentirsene parte.
Noi siamo dentro lo spazio, lo spazio è dentro di noi con la sua profondità e illimitatezza. Noi siamo il Tutto, l’indefinito, ma siamo anche forma. Siamo dei contenitori, siamo vasi di cui molto spesso non conosciamo il contenuto. E il viaggio interiore che ne porta alla scoperta è un viaggio infinito che si perde, ritrovandole, nelle memorie di un cosmo in evoluzione…  nelle memorie di un Essere in evoluzione, in connessione tra il dentro e il fuori.
Siamo contenitori, siamo vasi esposti all’intemperie. Sentimenti come l’amore, la gioia, il dolore, la rabbia, la paura ci segnano, scalfiggono o lasciano crepe sulla superficie levigata o ruvida dell’esistenza.  Noi e la nostra forma di cui non riusciamo a farne a meno. Alla quale siamo attaccati, affezionati … dentro la quale siamo imbrigliati, ingabbiati e così ci resteremo se non prendiamo coscienza di chi e cosa siamo veramente. L’infinito, la profondità del cosmo è in noi … là dove non esiste tempo, forma. Là dove esiste solo essenza, amore incondizionato. Un pozzo dove attingiamo sapere e conoscenza, calma e felicità… Amore.
Forma e non forma, quindi,  questo noi siamo ... L'essenza è ciò che è e non ciò che appare. Non è minimalismo ma semplicemente: essenza senza forma ricoperta da un involucro ... che poi è forma. Quindi, il nostro vivere è : forma e non forma ... in equilibrio e in armonia. Siamo contenitori, vasi di cui dobbiamo prenderci cura, perché senza di essi non potremmo vivere su questa Terra, e siamo l’essenza dell’infinito di cui dobbiamo aver consapevolezza… Noi e il cosmo, un solo essere….
anna rita scheri

mercoledì 26 settembre 2012

Raggiungere il Cuore ...

Non ha alcuna importanza se non tutti capiscono cosa faccio, scrivo, dipingo, perchè fino a che ci sarà una persona su cento, due su mille, dieci su un milione, che avranno la sensibilità di comprendere ciò che esprimo, io avrò raggiunto il mio scopo. Raggiungere il Cuore e non la mente ....
 (Anna Rita Scheri)

mercoledì 25 luglio 2012

SEGNALATI . Anna Rita Scheri

Una figurazione, quella di Anna Rita Scheri, che molto spesso pone il suo accento sulla dualità che si trasforma in dicotomia. Nascono così rappresentazioni che ci narrano della vita e della morte, del giorno e della notte. La sua non è una pittura d'istinto. bensì di intelletto. Una pittura che svela la bellezza di sentimenti puri come l'amore. Una pittura del silenzio, che non ha bisogno di urlare le sue argomentazioni visive per essere ascoltata. Anna Rita proietta l'astante in una nuova dimensione. Una dimensione ideale, lungo la quale vivere i propri sogni. L'Artista traccia visivamente le sue emozioni.
Le sue scelte coloristiche sono sempre molto ricercate. Grazie alla significativa coniugazione della luce, del segno e del colore, le opere di Scheri acquistano una nuova dimensione. Sono trasportate, dunque, in nuovi universi di luce. Universi in cui la variabile spazio-temporale si annulla, mentre cresce il valore che l'Artista dà alle sue figure. Figure che si trasformano in vere e proprie visioni. Visioni, quindi, da condividere con l'osservatore.
La luce che avvolge le rappresentazioni svela una meditazione intimistica e la partecipazione intensa di chi sa guardare il mondo con gli occhi dell'anima. Quella stessa anima che si fa tangibile nelle sussurrate narrazioni visive di Anna Rita. (Salvatore Russo – critico d’arte in Segnalati edito dalla EA Edizioni)



mercoledì 11 luglio 2012

IL LIBRO: Protagonista di vita.

Un libro, PROTAGONISTA DI VITA, che ho scritto con il cuore e che i miei lettori hanno contribuito a farmi amare maggiormente, grazie ai loro commenti di apprezzamento sincero. Un libro si inizia a scriverlo per se stessi, poi alla fine invece ti accorgi che lo hai scritto per lasciarlo alla gente, ai lettori, affinchè riescano a carpirne il messaggio che racchiude, diverso per ogni persona che lo legge e lo fa proprio, ma simile per tutti perchè le parole racchiudono l'amore che non ha confini, non fa distinzioni ... non si cela mai a nessuno .... si dona come un bel frutto maturo sulla pianta della vita, che a volte ci è sconosciuta, ma che ci invita, attraverso l'amore (il suo frutto appunto), a viverla appieno ....
Ogni autore spera che il suo libro sia un successo, che lo faccia emergere e lo elevi a al di sopra della massa. Ogni autore chiede comprensione, possibilità.... il proprio posto dentro il Cielo, ma in questo periodo in cui la Cultura sembra esser passata in secondo piano, molti sono i libri, di valore, che restano chiusi in scatoloni dentro magazzini di case editrici, se non soltanto come file dentro un pc.... E si perdono, si dimenticano. Ho letto libri scritti con grande maestria e pieni di emozioni e di bellezza che non ho mai visto sui scaffali delle librerie... che non ho più visto da nessuna parte .... Persi per sempre ... e me ne sono rammaricata. Ho evitato di legger libri di autori conosciuti grazie a piattaforme televisive inesistenti, inconcludenti, fatte solo di apparenze, che hanno trovato posto nelle vetrine di mega librerie che cercano solo di vendere la quantità della demenza e non la qualità dell'intelligenza o del sapere ...
La Cultura di un popolo si basa sulle narrazioni di chi sa narrare con l'anima e apporta nuove conoscenze .... nuove idee, nuove e vecchie emozioni .... e la stiamo distruggendo perchè si preferisce 'merce' ben confezionata posta davanti agli occhi invece della ricerca, della scoperta ... dell'attrazione sentita con il cuore.
Bisognerebbe andare alla ricerca di ciò che ci ispira un'emozione, di ciò che è stato scritto con il cuore, imparando a scegliere da soli... tralasciando le vetrine piene di attrazioni che ci invitano a comprare principalmente ciò che non è ....


mercoledì 20 giugno 2012

…e un giorno succede!

Ebbene si, un giorno succede! Succede sempre ma… sta a noi comprendere che sta realmente accadendo oppure far finta di niente e continuare sulla solita strada… Quella solita strada che si ripete uguale all’infinito e che percorriamo perennemente con la testa voltata verso il passato. Un passato che ci riporta gli stessi schemi, gli stessi errori, gli stessi dolori, gli stessi stereotipi, le stesse modalità di vita… Una strada che continuiamo a camminare infilati  dentro quello stato d’animo fiducioso che si chiama speranza e che ti proietta nel futuro immaginandolo diverso dal passato, pieno di tutto ciò che si è sempre desiderato e mai raggiunto e che, magari, ti offre anche una nuova identità… già mentalmente confezionata su misura e perfetta … mentre però la vita ti passa davanti rincorrendo sempre quella solita speranza.
Ma … un giorno succede, un giorno succede di … di renderci conto del momento  esatto che stiamo vivendo e ne restiamo stupefatti … Stupefatti nell’accorgerci che stiamo vivendo nel presente …  che esistiamo nel presente e che la vita la stiamo vivendo nell’attimo stesso del respiro che percepiamo dentro il nostro corpo. E dentro questo respiro comprendiamo che l’esigenza che abbiamo di esserci è potente, che l’esigenza di essere felici nel qui ed ora è prorompente e inarrestabile. È l’esigenza  di questo preciso attimo e di questo preciso luogo in cui esistiamo e in cui possiamo esprimerci al meglio. Ci accorgiamo che sprecheremmo solo attimi preziosi se continuassimo a dividere il nostro tempo in passato e futuro. Un tipo di tempo che appartiene solo ad un pensiero che è tutto mentale e che non riesce ad accettare l’ascolto del semplice battito del cuore. L'amore, il battito del presente. Perché il battito del cuore non può essere ascoltato nel passato e non lo si ascolta nel futuro, ma semplicemente nel preciso momento in cui sta funzionando. Poniamoci dunque all’ascolto del cuore e percepiamone l’attimo e dentro questo attimo ritroviamo la nostra essenza, il nostro sé, la nostra unicità e siamo felici dell’istante che ci stiamo donando.  
Anna Rita Scheri

lunedì 21 maggio 2012

L'amore del bisogno

Viviamo tutti nell’errata idea che l’amore sia sostenuto dal bisogno. Siamo cresciuti dentro la  malsana idea che l’anima gemella fosse l’altra metà della mela di cui non possiamo fare a ameno per formare il frutto completo dell’amore. Quando parliamo del nostro fidanzato/fidanzata, marito/moglie o amante, diciamo spesso: è la mia metà! Ma la metà di cosa? Noi siamo esseri completi , di quale altra metà dovremmo aver bisogno? L’amore basato sul bisogno, e dovremmo rendercene conto  prima di impazzire dalla noia o dal dolore quando ci accorgiamo che l’altra metà marcisce e non ci sostiene più, ricominciando la ricerca di un’altra metà fittizia, è malato! E l’amore malato non dà felicità. È la compensazione di una mancanza che ci tormenta, di una necessità che ci fa vivere mezza vita e che chiede continuamente compensazione attirando un’altra mancanza ed un’altra necessità. E la compensazione si trasforma quindi in simbiosi … il non riuscire più a vivere, a nutrirci, a piangere o gioire senza l’altra metà che ci sostiene e che sosteniamo. E diventiamo come una colonna che pur essendo nata  per vivere perfettamente eretta,  ma priva della convinzione della sua stabilità, si appoggia ad un’altra colonna affetta dal suo stesso male e che le si avvicina piegandosi pericolosamente per essere a sua volta sostenuta. Perpetrando in questo modo,  l’ennesimo inganno dell’amore del bisogno. Ed entrambe le colonne non si renderanno conto mai  che se una di loro alla fine crolla, anche l’altra la seguirà e che ciò che credevano fosse amore era stato solamente un bisogno di sostegno, il bisogno del proprio io malato. Di un ego che chiede solamente, invece d’esser l’io di un desiderio sano. Perché l’amore è solo desiderio e mai bisogno.
“Io ho bisogno di te”, non c’è frase più sbagliata nell’amore, ma gioiamo nel sentircela dire credendo stupidamente che sia il sinonimo dell’io ti amo veramente …. mentre è solo la menzogna dell’amore che non c’è. (anna rita scheri)

giovedì 19 aprile 2012

Una storia 'banale' di condivisione ...

Ogni giorno uscendo dall'ufficio e percorrendo sempre la stessa strada, incontro immancabilmente due signore molto anziane, due barbone, che bivaccano giorno e notte, estate inverno, sole e pioggia in mezzo ad un marciapiedi. Passando loro accanto spesso mi sono chiesta: perchè sono sempre lì? Ad un chilometro di distanza c'è l'ostello della Caritas... le persone che si accostano a loro per dare del cibo vengono allontanate e, se proprio si sentono costrette a prenderlo, ho visto quel cibo dato ai piccioni. Sempre in due, loro due e nessun altro, una dorme mentre l'altra veglia, le loro cose ammucchiate su due sedie a rotelle ormai logore. Parlano poco, si comprendono a gesti. Tempo fa notai che una delle due era rimasta sola, non ci feci molto caso ma il giorno dopo era ancora sola e così l'altro dopo ancora. Ferma al semaforo mi sono messa a guardarla. Nel frattempo era arrivata una persona che le portava del cibo, la chiamava per nome e la esortava a mangiare. Lei non parlava e scuoteva la testa in senso di diniego. Il semforo diventò verde ma non me ne accorsi, ferma come ero a guardarla dentro la sua tristezza. Aveva uno sguardo che non le avevo mai visto prima.. e fu allora che percepii per la prima volta la sua paura, la sua angoscia... Era rimasta sola ... a che le serviva il cibo? A che le servivano quelle parole di conforto? Era rimansta sola e aveva paura. Continuiai a vederla sola ancora per qualche giorno e sempre più cupa.. Poi una sera finalmente rividi anche la sua compagna... Anche se era in terra a dormire... lei era tornata. E sentii che la tristezza e l'angoscia erano svanite. E da allora ho compreso una cosa: non ha importanza dove sei, come sei, i problemi che hai.... il vero problema è non avere accanto nessuno con cui condividere in bene o in male la tua esistenza. Avere accanto una persona che sai non potrà mai aiutarti materialmente.. ma condivide con te il niente.. è importante anche se non parla... Perchè le parole non hanno importanza quando ci si comprendee con il cuore e non si inventa niente di te.... di ciò che sei .. di come sei.... Ti accetta nella somiglianza di se stessa.... :) e l'unica somiglianza possibile è la vicinanza del cuore... (anna rita scheri - sett 2011)

mercoledì 11 aprile 2012

L'Amore indifferente ... (?)

Troppo spesso si tende a dimenticare che l’amore è un sentimento nutrito e guidato dall’Anima superiore e non oggetto di scambio nel dare e nell’avere o un legame indissolubile solo perché si pronuncia un ‘per sempre’ smentito poi dall’impermanenza costante su cui vengono costruite le relazioni umane. Con il tempo le personalità cambiano o, al contrario, restano troppo statiche a causa di stress o incomprensione del sé. Con il tempo le strade si separano a causa di cammini diversi che l'uomo e la donna intraprendono... cammini interiori soprattutto... e se non c'è armonia, l'amore invece di unire... divide. Chiedersi il perchè tutto finisce sarebbe forse il primo passo per ri-incontrare quell'amore che si crede di aver perso o che, peggio ancora, ci abbia abbandonato. Siamo noi ad abbandonare l'amore... e non ad essere abbandonati! (anna rita scheri)

giovedì 5 aprile 2012

L’abisso della solitudine e la speranza nel social network


La solitudine è un abisso nel quale si ha sempre paura di cadere, ma cercare di alleviare la propria attraverso un pc, collegandosi ad un social network come facebook, significa affidare se stessi, le proprie paure ad un mezzo senza anima che mette in contatto persone di cui non se ne conosce la vita, il carattere, le abitudini ed è come cadere dentro un abisso ancor più grande dove, durante la caduta, si ha l’illusione di essere compresi ed ascoltati. La solitudine viene quindi riempita di sola aria che gonfia una realtà virtuale facendola sembrare il luogo adatto al viaggio della speranza.  Ma quando, dopo un tempo più o meno lungo, questa aria finisce a causa dell’interesse scemato, perché nessuno, o pochi, continuano a mettere il ‘mi piace’ sui post ‘rubati’ da altri profili o su parole di sconforto affidati ad una pagina in rete … la solitudine ritorna più pesante di prima e allora facebook diventa l’oggetto su cui scaricare la rabbia, su cui inveire perché ha deluso ogni aspettativa, non ha riempito quel vuoto che ci ossessionava! Ha deluso la speranza!
La speranza che viene affidata ad un social network e alla popolazione che lo ‘abita’ per alleviare i nostri dolori e darci comprensione, a volte, è tanta, troppa… Ma la colpa delle aspettative deluse è veramente di questo mondo virtuale che ci travolge?
La speranza è qualcosa di arcano che ci è stato inculcato da istituzioni, soprattutto religiose, con l’intento di governare sulla nostra vita nel momento in cui affidando all’inconoscibile i nostri sogni.. la nostra felicità… restiamo nudi e indifesi…. La speranza è una trappola dalla quale diventa difficile uscire se non ci si rende conto che attraverso essa si affida la propria vita a qualcuno o qualcosa che è esterno alla nostra volontà, alla nostra capacità di scelta. La speranza ci priva di quell’energia che scaturisce dal cuore, dai pensieri positivi… dal nostro agire cosciente e consapevole. Usare il libero arbitrio significa prendere in mano la nostra vita, essere padroni delle proprie scelte… e comprendere che la solitudine è solo uno stato d’animo condotto per mano dalla paura… paura di non farcela… di non riuscire a comunicare, ad esprimere la nostra unicità.

Ciò che molto spesso mi risulta ostico mandare giù, è proprio il constatare come una gran parte delle persone affidino al caso (che non esiste) o ad alcuni mezzi di comunicazione in rete la propria speranza di cambiamento. E poi regolarmente vederli delusi e cadere in depressione se nulla di ciò in cui avevano creduto  e sperato accade. Difficilmente si prende coscienza che nulla cambia se non cambiano le energie che ci circondano... se non cambiano i nostri pensieri, atteggiamenti... credenze. Certo difficile è cambiare un pensiero, uno schema mentale radicato ... ma averne coscienza significa rendersi conto di aver un problema da risolvere e bisogno di aiuto da richiedere a persone competenti e reali. Gli psicoterapeuti esistono per questo e non è degradante rivolgersi a loro, bensì è prova di coraggio nel desiderio di voler veramente e realmente cambiare i nostri parametri di vita... e non solo a parole. Affidare il superamento della solitudine, nuove apettative, a ciò che che è esterno alla nostra vita, chiamando in causa una speranza che non esiste, se non come parola, non dà il cambiamento. Affidare il cambiamento ad un social network è un atto irresponsabile. Prendiamone coscienza e agiamo personalmente .... Agiamo su noi stessi. (ar s)

venerdì 2 marzo 2012

PREFAZIONE al romanzo: PROTAGONISTA DI VITA


Un giorno scrissi:
Il folle disse al saggio:
"Tu che nascondi dietro la ragione la paura dell'Amore e di confini inesplorati, vivi tra l'indifferenza e le morali ed insane regole di un vivere civile, mentre io, che della scoperta ne ho fatto un degno scopo e dell'Amore e della Passione ne porto la bandiera, vengo messo al bando per paura del contagio e del sovvertimento che causar potrei all'ipocrisia del mondo. In te perciò è la vita ed in me la morte in base al tuo parere…ma, nessuno mai potrà la mia anima uccidere se a lei apparterrà amore e dignità d’esser sempre ciò che sono…!"
Rispose il saggio:
………………….
Avrei voluto continuare ma non seppi farlo perché in me non c’era allora, come non c’è oggi, la saggezza. Ne sono priva… e poi credo che difficilmente un saggio, troppo arroccato dentro in-dubbie certezze e troppo intento a dispensare a se stesso e al mondo ragionevole tristezza e falsità, concederebbe udienza alla piena libertà di un folle in preda all’emozione.
Nella paura di perdersi nel vivere, nel gioire così come nel soffrire, e nel morire, dentro il saggio si cela l’aridità…l’annullamento delle emozioni. Le emozioni che dà l’Amore, e non altre che sono dipendenze che si vanno a cercare altrove. Ma l'amore è, giustamente, anche morte e dolore: morte della ragione e dolore nell'incomprensione degli altri, i saggi! I saggi che danno alla ragione il sopravvento e fanno dell'incomprensione il loro scudo, per impedirsi di lasciarsi andare a qualcosa di troppo grande e troppo immenso che non vogliono o non possono regalare a se stessi e agli altri: l’intenso “sentire” dell’anima….
Ho sempre pensato che l'amore fosse il sinonimo di libertà, che fosse l'unico sentimento da non imbrigliare e da non evitare. L'unico sentimento che ti permette d'indossare un paio di ali per volare al di sopra della quotidiana mediocrità della vita! Qualcosa che ti scoppia dentro al di sopra delle convenzioni di un vivere illusorio ed estremo nelle sue conseguenze banali. Qualcosa che arriva senza preavviso e ti rende simile al languido e passionale rosso tramonto, all'azzurro intenso di un cielo limpido dopo un temporale, al filo d'erba che viene mosso dolcemente e cullato da aliti di vento e a due ali spiegate verso i più lontani orizzonti, senza limiti di tempo e sensazioni.
Questo è l'amore, questo è quello che ho accettato nell'amare perché non ci sono legami o costrizioni che possano tenermi lontano dall'essere incredibilmente pazza di colui che amo. La mia sopravvivenza non c'entra, il mio essere nel mondo non c'entra! L'amore mi pone al di fuori del vivere quotidiano del mondo che mi tiene ancorata a terra e che tende a non lasciarmi andare verso le emozioni. Ma il mio desiderio, - la mia passione - vola al di sopra e non ha legami né ancore ed è solo libero di andare, di piroettare e di vivere nella sua unica libertà d'esserci e di farsi sentire.
Non è facile da spiegare né tanto meno da accettare: il più delle volte si imbriglia l'amore nella convenzionalità di un fidanzamento, di un matrimonio, di una relazione accettabile nel sociale per avere l'assenso di chi ci circonda ma non è così, non può essere così, perché tutto questo fa parte di un vivere civile e religioso che ci obbliga ad essere relegati al ruolo di innamorati perfetti dentro canoni prestabiliti dalle leggi vigenti ed ipocrite, chiedendoci, anzi obbligandoci, oltretutto ad un per sempre… ad un futuro...ad un domani che neppure conosciamo.
L'amore non accetta leggi o contratti, non ne ha bisogno. Lui è infinita purezza e libertà, sono due cuori che camminano l’uno accanto all’altro per sostenersi, comprendersi, donando e ricevendo con la stessa intensità…nel momento, nell’attimo che stanno vivendo… La libertà non è un piccolo mondo personale da difendere innalzando mura, delimitando spazi e costruendo recinti per definire confini. La Libertà è una condizione interiore dove il confine è solo il punto di contatto ove poter interagire con altri spazi, altre libertà e quindi con altri mondi interiori per raggiungere uno scopo…. Una linea, il confine, che unifica dunque e non contrappone. Così è l’Amore.
Chi non ha capito questo, difficilmente sa amare!!!
L’Amore è anche dolore… è vero, ma è il dolore dello spirito, e il dolore dello spirito è un dolore languido, morbido, intenso come il fuoco che fa bruciare dentro, come la passione che fa impazzire, ed è il dolore dei folli, degli artisti, perché in loro vive l’amore e l’emozione.
E’ innegabile che comunque anche nella saggezza esiste il dolore, ma è un dolore celato, crudo, arido e spietato perché è dei saggi il rifiuto dell’amore, il rifiuto dell’emozione, nel viver misurato della loro vita... (anna rita scheri)
  
Dove acquistare il romanzo
http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/catalogo/area/areanarrativa/narrativa/9788854836204-detail.html

martedì 21 febbraio 2012

Si parla tanto di Eroi ma ...


Il vero eroe è solo colui che sa guardare e non accetta il mondo per come è e si arma per cambiarlo, anche se sa che potrà farsi male combattendo.... anche se sa che potrà venir deriso, umiliato.... isolato.
Il vero eroe è colui che, conoscendo se stesso perché ha combattuto per l’evoluzione interiore, sa cosa deve combattere e contro chi combattere...
Egli piangerà da solo nella sua anima, nella notte, prima che il sole mostri il suo volto.
Egli sorriderà ad ogni vittoria pur sapendo che ha davanti ancora tante battaglie da affrontare e sconfitte da cui risollevarsi e senza gridare al mondo la sua compiacenza, perché avrà fatto solo il suo dovere.
Il vero eroe è colui che non si lascerà corrompere... perché, conoscendo se stesso e gli altri, saprà essere saggio nel decidere, imparziale nel giudicare... folle nei sentimenti e al di sopra della ragione nel credere in ciò che fa e nel suo cuore. Non avrà paura di affrontare ciò che la vita ogni giorno gli riserverà sia nel bene che nel male, nell’odio e nell’amore … nell’ombra e nella luce ….
anna rita scheri

mercoledì 15 febbraio 2012

Fronteggiare la propria "ombra" per cambiare l'ambiente

Libertà!! Quante volte viene nominata? Tante, a volte anche troppe e troppo fuori luogo. Tutti vogliono, pretendono la Libertà! Difficilmente però ci si rende conto dei condizionamenti che ogni essere umano vive dentro la sua quotidianità. Le persone che si frequentano, la famiglia, la società, lo Stato…  e non ultime o meno importanti, le condizioni ambientali e climatiche con cui si interagisce, fin dal giorno della nascita limitano la Libertà, spesso l’annullano, ma difficilmente ce se ne rende conto. Il desiderio egoistico finalizzato a esaudire i soli propri bisogni dentro una società che li determina, limita la libertà!
E’ stato appurato a livello scientifico (prof. Abstein) che il condizionamento dentro la nostra esistenza è dovuto al 50% dai nostri geni e al 50% dall’ambiente in cui viviamo. Come uscirne allora? Come conquistare la tanto agognata Libertà?
La realtà in cui viviamo la si percepisce indubbiamente attraverso i 5 sensi. Attraverso di essi Il mondo che ci appare è un mondo preordinato, lontano dall’assetto vero della Natura. Una natura che è assoluto altruismo mentre l’uomo è prettamente diretto dal proprio egoismo e spinto dal continuo ‘obbligo’ di soddisfare i propri bisogni. E la cosa sconcertante è che solo il 10% delle persone sembra  sappiano cosa significa ‘essere altruisti’… l’interagire cioè con i bisogni degli altri e non solo dei propri.
Se diamo uno sguardo al passato ci si rende conto che, a causa di Governi, Chiese e Religioni assolutiste, gli uomini, alla ricerca della libertà, si sono ribellati. Purtroppo però la ribellione si è rivolta anche a  quella che possiamo chiamare Divinità, e quindi alle sue leggi e al piano evolutivo che le appartiene. Nel corso dei millenni gli uomini hanno dato vita a rapporti individuali, familiari, di gruppo e sociali basati molto sul piacere personale e sul desiderio emotivo molto consono ad un’età adolescenziale che, a rigor di logica, dovrebbe avere un tempo limitato, ma in cui sembra invece essere rimasti incastrati. In questo modo gli esseri umani si sono contrapposti alla Legge della Natura che chiede all’uomo di creare e non di distruggere. Gli strumenti che la Natura - o Divinità - ha dato all’uomo sono finalizzati allo sviluppo della Coscienza in modo che esso possa condurli verso il rispetto della Legge di Evoluzione.  

Ma dov’è oggi la Coscienza?
Anno 2012, il nostro presente è segnato dalla preoccupazione del prossimo futuro. È un po’ di tempo ormai che stiamo vivendo dentro una crisi economica che ci preoccupa, ma difficilmente ci si rende conto che la crisi peggiore che ci sta investendo è quella strutturale dell’intero sistema di vita che ci ha governati finora. Un sistema basato sull’individualismo egoista ed egocentrico, del solo proprio ‘orticello’ da coltivare, un sistema basato sullo sviluppo dell’io che ha stravolto completamente la Legge della Natura. È la cultura del materialismo quella che ci ha fatto perdere completamente il senso esoterico, la dimensione della spiritualità, e che si sta sgretolando perché il consumismo sta arrivando alla fine del suo viaggio.
Dove e cosa ci porterà tutto questo? 

Quando qualcosa finisce, per forza di cose qualcos’altro inizia. Ma come finirà? Con quali presupposti si inizierà un nuovo ciclo? La storia ci insegna che ogni passaggio evolutivo è segnato da una guerra. Dovremmo arrivare a tanto anche stavolta? O l’uomo sarà in grado di darsi un’altra alternativa? In quanti sono pronti a comprendere che in questo periodo storico stiamo andando verso un’evoluzione individuale e collettiva ‘naturale’ e che dobbiamo prenderne Coscienza? Ci stiamo trovando in un momento molto particolare della storia dell’umanità, che si presenta di rado, in quanto si dice che la Terra stia in una fase di passaggio fra due grandi Cicli o Ere. Qualcuno lo chiama ‘Deserto’ e non solo perché ogni valore etico e la vera Bellezza sono spariti dalla nostra vita, ma anche perché è necessario lasciare andare tutto ciò che non è essenziale al prosieguo della vita su questo pianeta.

E qui riprendiamo il discorso sulla libertà, una libertà minata da sempre da quel senso di paura che ci portiamo dietro da millenni e che ci ha resi schiavi di chi gestiva il potere parlando di Libertà… un potere che ancor più esiste oggi e in modo peggiore, perché ancora più occulto! Un potere a cui tentiamo sempre di ribellarci rimanendone incastrati, perché la libertà che pretendiamo è solo nostra, senza calcolare i bisogni dell’altro, il rispetto che dobbiamo agli altri e dimenticandoci di ciò che significa la parola altruismo. Ma difficilmente capiremo il suo significato se prima non comprendiamo noi stessi, non comprendiamo chi siamo e l’ambiente che ci circonda. Jung riteneva che l’unica maniera per guarire l’“ombra collettiva” fosse quella di lavorare assiduamente sulla propria. In termini “terapici”, significa abituarci ad osservare noi stessi, cioè: cogliere la nostra ombra in modo da comprendere che accusiamo gli altri solo per cose che abbiamo represse dentro di noi e che non abbiamo il coraggio di fronteggiare.
In questo periodo storico tutto ci chiede invece di fronteggiare noi stessi, la nostra ombra, le nostre paure e di fare delle scelte! Di cominciare a comprendere che più che di libertà, bisognerebbe parlare di libero arbitrio, della la facoltà che abbiamo di scegliere!  Fino ad ora abbiamo scelto in modo egoistico, abbiamo pensato solo ai nostri bisogni, desideri, anche a scapito di qualcun altro… Oggi il libero arbitrio dovremmo usarlo per desiderare di cambiare il nostro atteggiamento verso il prossimo, in modo da  creare un legame e far in modo d’essere un unico corpo che interagisce con l’ambiente cambiandolo, perché a sua volta l’ambiente cambierà noi. Noi siamo esseri sociali e ogni nostro comportamento o azione è rivolta verso gli altri, all’apprezzamento da parte della società in linea con quei valori che essa ci pone di fronte. Guarire l’”ombra collettiva” partendo dalla propria ombra, dal proprio sé, significa quindi riuscire a cambiare i valori dell’ambiente dove viviamo, inserendo valori altruistici come il condividere e prendersi cura degli altri. Cambiando cioè i nostri atteggiamenti, scegliendo di cambiare. Prendiamone Coscienza …  
(anna rita scheri)

giovedì 9 febbraio 2012

Tutti innocenti ....

Siamo tutti innocenti! Come un bambino al primo vagito che guarda con occhi sgranati il mondo e si chiede: "Ma dove sono capitato?"  - Tra gli esseri umani, tesoro ...
Si, siamo tutti esseri umani con facoltà di sbagliare, ma nessuno mai ama ammettere di averlo fatto! La colpa è sempre dell'altro! Il cattivo è sempre l'altro! E noi sempre le vittime innocenti che abbiamo subito e dovuto patire per colpa dei 'cattivi'!
Certo, è vero, pure la Legge dice che si è innocenti fino a quando non si viene dichiarati colpevoli... ma senza l'apporto imprescindibile di un giudice, chi è che stabilisce il ruolo della vittima e quella del carnefice? L'Ego! Semplicemente il proprio Ego! che non lascia ombre di dubbio sul fatto che la colpa è sempre di qualcun altro e mai la nostra. E' lui che ci protegge dal dolore e la vergogna di dover ammettere che siamo stati proprio noi ad aver sbagliato, ad aver causato sofferenza e disagio a qualcun altro... ad aver voltato le spalle a chi ci chiedeva aiuto o comprensione... o a chi ci ha teso la mano nel momento del bisogno,  ma l'Ego ci salva. E' il giudice ben pagato al nostro servizio. Guai a farne a meno... altrimenti saremmo obbligati a guardarci dentro, a valutare i nostri pensieri, le nostre azioni, i nostri comportamenti e le conseguenze che ne derivano. Dio ce ne scampi e liberi!! Poi, se così fosse, dovremmo tentare di cambiare, di resettare la mente e guardare in fondo al nostro cuore... sentire cioè forti dolori alla pancia! E chi è disposto a subire un bel mal di pancia?? Meglio che ce l'abbia quell'altro il mal di pancia o il mal di cuore... l'altro, il colpevole!!



sabato 28 gennaio 2012

VIOLENZA: abusi - libertà negate - indifferenza - prevaricazione

Basta violenza!
Quante volte lo si sente gridare! Quante volte lo abbiamo gridato a noi stesse, agli altri: basta violenza! Eppure sembra che la violenza non ci voglia proprio mai abbandonare. Non volermi abbandonare. La violenza fisica, psicologia, morale è sempre entrata nella mia vita, così come in quella di tante altre donne. Entrata dalla porta principale o da quella di servizio senza crearsi problemi o fare distinzioni. Si è soffermata sulla mia pelle, entrata dentro la mia mente, la mia anima, la mia essenza e ha lasciato segni… visibili o nascosti dietro pieghe di lacrime inespresse... o di grida soffocate nel cuscino per evitare di farle ascoltare, anche a me stessa, per pudore o, peggio, per vergogna… Chi ha subito violenza sa di cosa parlo. Parlo di violenza! Quel senso tangibile di paura che di continuo ti assale e  che  viola i diritti di donna, di persona, di essere umano e che fa reagire con rabbia, con dolore, con disperazione. Una violenza che ti fa cadere sempre dentro la stessa spirale di vita, di persone, di situazioni e che ti trascina verso il basso, senza speranza di risalita. E se anche la violenza fisica lascia segni sul corpo, rimarginabili, i segni e le ferite nell’anima, nel cuore, nella mente di una violenza psicologica, quella che non si rivela allo sguardo nudo, sono più difficili da guarire, da sopportare… da tirare fuori. La violenza subita induce al non rispetto per se stessi, ma alla ricerca continua, alla richiesta continua di questo rispetto-amore di cui si ha bisogno, necessità ... Un rispetto chiesto agli altri.. che non ti daranno mai, perché tu stessa non riesci a rispettarti! Tu stessa inneschi meccanismi di non rispetto! nel continuo desiderio di voler essere riconosciuta come Donna, come essere umano degno di tale nome da chi non ne conosce il significato, l’essenza o il valore.
Una riflessione questa mia di oggi scaturita dal cuore dopo giorni di solitudine e di immersione interiore che ho ricercato e voluto, per capire. Perché si possono leggere trattati o studiare teorie dei più grandi luminari e dottori in psicologia e restare ‘ignoranti’ della verità che cerchiamo per noi stessi e che ‘sappiamo’ essere l’unica che può aiutarci. La maggior parte delle volte si assimila a livello mentale ciò che leggiamo o studiamo e si usano concetti astratti solo per dare spiegazioni concettuali fine a se stessi, pensando di essere arrivati alla comprensione del tutto ma … se non si riesce ad entrare nel proprio sé interiore, a meditare sulla propria verità… nulla verrà compreso e raggiunto nell’amore e nella compassione per il nostro essere.

Parole semplici, le mie,  che non hanno alcuna pretesa di essere verità assoluta o di dare spiegazioni psicologiche che non posso permettermi… ma dettate esclusivamente dal mio sentire interiore, da un dolore al quale cerco di dare una spiegazione, una risposta.  E che vogliono esprimere  una semplice denuncia affinché le catene vengano spezzate, le sbarre alla vita divelte, gli angoli vengano abbandonati e l’indifferenza faccia cadere il velo posto sul volto delle donne a nasconderne l’identità negata da spalle voltate.( Anna Rita Scheri)




martedì 17 gennaio 2012

... mento!

"Ciò che ero solito amare, non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. E' proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: "Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia." Francesco Petrarca..

.....nei versi del Poeta la mia Verità!

mercoledì 11 gennaio 2012

Paesaggi dell'Io più profondo




Ampie sono le dimensioni dell’Anima. Paesaggi che si estendono infiniti dentro l’io più profondo che ci guarda silenzioso, occultato da realtà invadenti. Dimensioni raggiunte dopo viaggi senza fine a tappe di dolore, rabbia e costernazione. Nella lotta tra l’essere e l’apparire si dipanano le essenze e ci si ritrova in bilico tra il finito e l’infinito oceano del nostro essere più che umano, ridotto in frammenti di piccolezze quotidiane.

Mari senza limiti estesi su profondità rosse del sangue delle emozioni che, non più celate, si rifrangono su spiagge, per ritrovarsi a meditare guardando la vita che sulla terra scorre in incondizionata morte.
Luci che attraggono il cammino su fili invisibili che dal buio si dipanano a formare il ponte di passaggio tra l’oscurità umana e il divino soffio di possibilità lucenti.
Universi spalancati su Sacri Amori del dare in assoluto senza margini di spazio e tempo, di consuetudini che legano, ingabbiano... imbrigliano dentro confini da smantellare in libertà di esistenze l’una accanto all’altra senza invadenze, prevaricazioni… incertezze.
Siamo tutti guerrieri solitari fermi al bivio sulla strada del viaggio interiore, smarriti dentro paure ancestrali, armati di spada in nome di giustizia e di misericordia, pronti a colpire o a difendere, ad amare o ad odiare... per dare o prendere. Siamo bene e male, alto e basso, dentro e fuori. Siamo origine e ritorno, immanenza  e trascendenza, vita e morte. Siamo stella ed universo. Siamo Spirito celato dalla materia in cerca della Luce.
(anna rita scheri)

giovedì 5 gennaio 2012

Le persone entrano nella nostra vita per un motivo...

Le persone entrano nella nostra vita per un motivo. Sempre. Entrano nei modi più disparati: c'è chi bussa ma entra senza attendere risposta, c'è chi è invitato, chi si approfitta di uno spiraglio aperto, chi indossando scarpe chiodate, chi - portato da una folata di vento - è catapultato dentro dopo aver sfondato l'uscio, pochi quelli che entrano in punta di piedi dopo aver chiesto 'permesso'! Eppure ognuno di loro ha il suo bel motivo per aver usufruito della nostra ospitalità. Mentre albergano nella nostra 'casa' li guardiamo bivaccare, scorrazzare, usurpare, prevaricare, derubare, sporcare, senza fare nulla stremati ed incapaci di reagire, oppure urlando continuamente loro contro cercando di far notare il comportamento scorretto da correggere, per poi alla fine buttarli fuori malevolmente tra urla, strepiti ... botte. Oppure sorridiamo alla loro benevolenza, ci fidiamo, ci confidiamo, apriamo anche il nostro cuore dandogli il posto d'onore per poi venire traditi, accusati e rigurgitati dalla loro rabbia se mai abbiamo osato impudentemente reagire poi ad una loro offesa, neppure ritenuta tale o ci siamo ribellati al potere che cercavano di esercitare su di noi, ostruendo la libertà di scelta, di vita, di movimento! Ma può succedere anche di incappare nell'ospite perfetto o quanto mai corretto che ci offre una mano od una spalla, che c'è quando se ne ha bisogno ma che scompare quando si vuol star soli. Che sorride e ringrazia. Che ama e si lascia amare. Che comprende e chiede comprensione, che sa dialogare e non prevaricare.
Eppure tutta questa gente, sia nel male che nel bene, siamo noi ad averla attirata, invitata, lasciata entrare e dovremmo chiedercene il perchè! Dentro quali meandri della nostra mente o del nostro cuore sono stati riconosciuti ed accettati. A cosa sono serviti, per cosa li abbiamo usati.... Usati si! Usati o si son lasciati usare.... Cosa ci hanno lasciato, insegnato ... donato. Per cosa ci hanno usato, cosa abbiamo loro dato ed insegnato...
(anna rita scheri)