Ci sono momenti in cui si ha
bisogno di silenzio.
Quel silenzio che come un
bozzolo racchiude i tuoi pensieri, la tua anima, il tuo corpo e li protegge.
Dopo aver tanto parlato, tanto
discusso e ti sei reso conto che le parole sono solo state come foglie al vento
che all’arrivo dell’autunno cadono ingiallite… lasciando così quei rami spogli
che si protendono scuri nell’aria umida, fredda, incolore dell’inverno, e non c’è
che la possibilità del silenzio e dell’attesa.
La solitudine diventa una
calda coperta che ti avvolge, che copre la testa e ti isola dal mondo, dagli
sguardi, dal vociare frettoloso, superficiale e irriverente di chi non sa
ascoltare, di chi non sa vedere… di chi si è arreso alla corrente del fiume
dell’esistenza, incanalato in angusti passaggi di cemento come tortuosi meandri
del cervello che non hanno più respiro,
mentre i pensieri vanno... corrono, scorrono impazziti… sempre uguali, senza
sbocco, girando continuamente su stessi percorsi… su stessi solchi che vengono erosi
sprofondando nel nulla esistenziale.
E ricerco quel silenzio che
cura, che calma la mente e il cuore, quella solitudine che medita, si raccoglie
e sfonda il tempo per andare oltre le dimensioni del giorno scandito dal
banale, dal predisposto e dal così è se vi pare … e non vuol cambiare.
Il bruco nel suo bozzolo si
evolve, il ramo spoglio di vita apparente è in stasi e si protegge. E dopo l’attesa,
il silenzio, la solitudine… la vita riesploderà
nel volo, nei colori e nelle possibilità per la stagione del sole e del calore,
che nel silenzio e nella solitudine del momento richiesto si è contribuito a far esistere, a rinnovarsi ad
evolversi …
Anna Rita Scheri
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