La solitudine è un abisso nel quale si ha sempre paura di cadere, ma cercare di alleviare la propria attraverso un pc, collegandosi ad un social network come facebook, significa affidare se stessi, le proprie paure ad un mezzo senza anima che mette in contatto persone di cui non se ne conosce la vita, il carattere, le abitudini ed è come cadere dentro un abisso ancor più grande dove, durante la caduta, si ha l’illusione di essere compresi ed ascoltati. La solitudine viene quindi riempita di sola aria che gonfia una realtà virtuale facendola sembrare il luogo adatto al viaggio della speranza. Ma quando, dopo un tempo più o meno lungo, questa aria finisce a causa dell’interesse scemato, perché nessuno, o pochi, continuano a mettere il ‘mi piace’ sui post ‘rubati’ da altri profili o su parole di sconforto affidati ad una pagina in rete … la solitudine ritorna più pesante di prima e allora facebook diventa l’oggetto su cui scaricare la rabbia, su cui inveire perché ha deluso ogni aspettativa, non ha riempito quel vuoto che ci ossessionava! Ha deluso la speranza!
La speranza che viene affidata ad un
social network e alla popolazione che lo ‘abita’ per alleviare i nostri dolori
e darci comprensione, a volte, è tanta, troppa… Ma la colpa delle aspettative
deluse è veramente di questo mondo virtuale che ci travolge?
La speranza è qualcosa di arcano che
ci è stato inculcato da istituzioni, soprattutto religiose, con l’intento di
governare sulla nostra vita nel momento in cui affidando all’inconoscibile i
nostri sogni.. la nostra felicità… restiamo nudi e indifesi…. La speranza è una
trappola dalla quale diventa difficile uscire se non ci si rende conto che
attraverso essa si affida la propria vita a qualcuno o qualcosa che è esterno
alla nostra volontà, alla nostra capacità di scelta. La speranza ci priva di
quell’energia che scaturisce dal cuore, dai pensieri positivi… dal nostro agire
cosciente e consapevole. Usare il libero arbitrio
significa prendere in mano la nostra vita, essere padroni delle proprie
scelte… e comprendere che la solitudine è solo uno stato d’animo condotto per
mano dalla paura… paura di non farcela… di non riuscire a comunicare, ad
esprimere la nostra unicità.
Ciò che molto spesso mi risulta ostico
mandare giù, è proprio il constatare come una gran parte delle persone affidino
al caso (che non esiste) o ad alcuni mezzi di comunicazione in rete la propria
speranza di cambiamento. E poi regolarmente vederli delusi e cadere in
depressione se nulla di ciò in cui avevano creduto e sperato accade. Difficilmente si prende
coscienza che nulla cambia se non cambiano le energie che ci circondano... se
non cambiano i nostri pensieri, atteggiamenti... credenze. Certo difficile è
cambiare un pensiero, uno schema mentale radicato ... ma averne coscienza
significa rendersi conto di aver un problema da risolvere e bisogno di aiuto da
richiedere a persone competenti e reali. Gli psicoterapeuti esistono per questo e
non è degradante rivolgersi a loro, bensì è prova di coraggio nel desiderio
di voler veramente e realmente cambiare i nostri parametri di vita... e non
solo a parole. Affidare il superamento della solitudine, nuove apettative, a ciò che che è esterno alla nostra vita, chiamando in
causa una speranza che non esiste, se non come parola, non dà il cambiamento.
Affidare il cambiamento ad un social network è un atto irresponsabile. Prendiamone
coscienza e agiamo personalmente .... Agiamo su noi stessi. (ar s)
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