mercoledì 17 luglio 2013

Voce del verbo Giudicare

Io giudico. Tu giudichi. Egli giudica. Noi giudichiamo. Voi giudicate. Essi giudicano.
E si costruisce così un mondo con le fondamenta che pescano nel marcio del giudizio! Con le radici che pescano nel marcio dell’accusa, del metro con cui le persone valutano altre persone a loro simili ma rese diverse dal giudizio!
Eppure qualcuno, molti secoli fa pronunciò la fatidica frase: chi è senza peccato scagli la prima pietra! Ma da allora, anche se quella volta le pietre vennero abbandonate a terra… quante altre ne sono state scagliate senza ragione, senza un briciolo di comprensione per ciò che si vedeva, ascoltava… subiva? 
Sicuramente troppe.
E tra quelle pietre scagliate, quante hanno realmente colpito con cognizione di causa? Con imparzialità? Se mai poi si possa parlare di cognizione di causa o d’imparzialità nello scagliare una pietra che ferisce oppure… uccide! Ma per ‘non sbagliare’, nell’incapace possibilità di fare un conto giusto ed equo, le pietre continuano ad essere scagliate contro quei bersagli che, caso strano, sembrano somigliarsi quasi fossero tutte gocce d’acqua dello stesso mare.
Io giudico, tu giudichi, egli giudica.
Ovunque il giudizio passa si crea il deserto della solitudine, dell’amore ferito, della violenza gratuita… del ‘non puoi permetterti d’essere così come ti pare’ , del ‘guai a te se esci dalle regole del moralismo della clan o della casta’, del ‘non puoi disallinearti dal canale' ormai scavato dalle file interminabili che hanno percorso da secoli le stesse strade, le stesse vie con  lo stesso fango che le ha sporcate e che neppure ormai si nota più. Perché al marcio si si adegua, ci si abitua, ci si confonde.
Noi giudichiamo. Voi giudicate. Essi giudicano.
E siamo prede oltre che carnefici. Il turno cambia e le regole possono saltare e chi la pietra l’aveva in mano e l’ha scagliata… ora è immolato sull’altare del giudizio e lapidato… e troppo tardi si accorge d’aver sbagliato. Sbagliato a scagliare quella pietra che rubata alla Terra, che di tutti è Madre,  è stata usata per spezzare l’armonia, e lapidare quell'amore e quella comprensione che ci nutriva.
Siamo dunque schiavi del giudizio… incapaci di rischiare per essere liberi di aprire il cuore e lasciarci andare … ovunque la comprensione e l'amore potrebbero decidere di portarci.
a r scheri