Parlare con persone che hanno solo certezze ha
dell’incredibile parossismo! Sembra che nulla le scalfigga. Nessun dubbio,
nessun'altra possibile realtà diversa dalla loro arriva ad intaccarle con il
dubbio, sia pur nell’attimo del passaggio veloce di un manto leggero che transita
loro accanto portando con sé un alito di vento scomposto o quello più lungo di
un uragano che spazza via tutto ciò che incontra! Nessun’altra possibile
realtà, se non la loro, viene considerata nei margini della logica rigorosa del
pensiero che appartiene ad una mente che appare e si crede riconciliata con il mondo
dell’impossibile mostrandosi lucida e perfetta. Esse riescono talmente bene a
seguire il filo assoluto dei loro ragionamenti che tutto ciò che da un altro
interlocutore arriva è sbagliato a priori. La non cognizione che qualsiasi
altra verità possa esistere al di fuori della loro logica e precisa
argomentazione e/o convinzione e possa anche essere giusta e buona, li porta a
vivere dentro un mondo squadrato dove nulla può essere rimosso o tanto meno
messo in dubbio da punti interrogativi o da incertezze. Il vago, non vi
alloggia, il senso di smarrimento non può dimorarvi. Il loro quadrato,
squadrato tanto perfettamente, è il luogo ove tutta l’imperfezione del mondo è
stata rimossa e posta “al di fuori”, considerata criticamente come sbagliata,
confusionaria, impossibile e malevola. Quando parli, loro non ti ascoltano,
quando esprimi dissenso, loro ti condannano, quando provi a contraddirli, loro alzano
la voce perché non accettano di essere contraddetti! Nella paura che il loro
bel castello di carte possa essere distrutto, le pone sempre a difesa della
loro rigida esistenza e della non accettazione del dubbio o di un’altra
possibile verità. E con questo atteggiamento, restano lontane dal comprendere
che nello stesso attimo in cui negano l’altro, il diverso, negano l’amore e la
comprensione anche per loro stesse! Rigide, imbalsamate, prive di empatia, esse
continuano ad esprimere solo e perenni certezze, negando sentimenti ed
emozioni.
(Anna Rita Scheri)
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