Viviamo un tempo di passaggio in cui la donna si è molto evoluta
allentando il fardello dei doveri come madre, moglie, amante ... e/o semplice
supporto lavorativo, liberandosi con ciò dei molti sensi di colpa inculcati
dalla famiglia o da una società patriarcale. Ha liberato se stessa anche del
concetto arcaico della sottomissione nel sesso, di un sesso passivo e non
gratificante.
L'uomo, in tutto questo, non è ancora riuscito ad adeguarsi. I
nuovi parametri femminili lo hanno destabilizzato e questo ha fatto sì che
rallentasse la propria evoluzione! Si è sentito vittima di una donna più
presente a se stessa e più decisa, e come vittima gioca al riscatto nel solo modo in cui è
capace: conquistando per poi tentare di sottomettere e ripristinare il suo
controllo, il suo possesso... Alcune donne hanno sposato la causa di questo
uomo vittima della femmina troppo emancipata, e sostengono inconsapevolmente la
'debolezza' maschile continuando così a preservare anche i propri sensi di
colpa al femminile...
In opposizione troviamo però la donna che, invece, per
emancipazione, ha creduto di doversi allineare a quei parametri maschili che
si rapportano nell'aggressività, nel dominio, nel raggiungimento del potere a
tutti i costi, sia pure con la sottomissione altrui! Uccidendo in questo modo
ciò che fa della donna l'essere accogliente, amorevole con capacità di
mediazione... e comprensione.
Viviamo un periodo di passaggio e ci vorrà ancora del tempo prima
che le donne e gli uomini arrivino a capire che valori maschili e femminili
vanno preservati dentro ognuno di loro (e parlo dell'anima - il femminile - per
gli uomini e dell'animus - il maschile - per le donne) per raggiungere
quell'armonia ed equilibrio tra le parti che in molti si augurano, ma che sono
ancora lontani dalla reale comprensione.
anna rita s
Nessun commento:
Posta un commento