martedì 7 aprile 2015

Il maschile ed il femminile nel tempo di passaggio

Viviamo un tempo di passaggio in cui la donna si è molto evoluta allentando il fardello dei doveri come madre, moglie, amante ... e/o semplice supporto lavorativo, liberandosi con ciò dei molti sensi di colpa inculcati dalla famiglia o da una società patriarcale. Ha liberato se stessa anche del concetto arcaico della sottomissione nel sesso, di un sesso passivo e non gratificante.
L'uomo, in tutto questo, non è ancora riuscito ad adeguarsi. I nuovi parametri femminili lo hanno destabilizzato e questo ha fatto sì che rallentasse la propria evoluzione! Si è sentito vittima di una donna più presente a se stessa e più decisa, e come vittima  gioca al riscatto nel solo modo in cui è capace: conquistando per poi tentare di sottomettere e ripristinare il suo controllo, il suo possesso... Alcune donne hanno sposato la causa di questo uomo vittima della femmina troppo emancipata, e sostengono inconsapevolmente la 'debolezza' maschile continuando così a preservare anche i propri sensi di colpa al femminile...
In opposizione troviamo però la donna che, invece, per emancipazione, ha creduto di doversi allineare a quei parametri maschili che si rapportano nell'aggressività, nel dominio, nel raggiungimento del potere a tutti i costi, sia pure con la sottomissione altrui! Uccidendo in questo modo ciò che fa della donna l'essere accogliente, amorevole con capacità di mediazione... e comprensione.
Viviamo un periodo di passaggio e ci vorrà ancora del tempo prima che le donne e gli uomini arrivino a capire che valori maschili e femminili vanno preservati dentro ognuno di loro (e parlo dell'anima - il femminile - per gli uomini e dell'animus - il maschile - per le donne) per raggiungere quell'armonia ed equilibrio tra le parti che in molti si augurano, ma che sono ancora lontani dalla reale comprensione.

anna rita s



"L'incertezza del del dubbio" - olio su tela

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