mercoledì 25 novembre 2015

Una candela per una ricorrenza: la violenza sulle Donne


Oggi ho ricevuto una candela rossa come omaggio per la giornata contro la violenza sulle donne…

Un gesto carino da un uomo semi-sconosciuto che non conosce la mia storia… e che non sa quanto poco ami ricorrenze come queste… Perché oggi chi ha acceso una candela per solidarietà con una donna violentata… domani se ne sarà già dimenticato o, al massimo, continuerà ad inorridire ad un’altra notizia di violenza dimenticando pure quella, appena dopo averla letta.
Il 17 dicembre prossimo dovrò presentarmi in tribunale come unica testimone per un processo sulla violenza contro una giovane donna che ho tolto dalle mani dell'aggressore... salvandola.
Allora, nei giorni successivi a quell'avvenimento mi sentii molto male, mi ritornarono alla mente le violenze subite e... nessuna mano a tirarmi via e la vergogna da nascondere… Fu dura ritrovare un equilibrio.
Oggi alcune ferite sono scomparse, altre continuano a farsi sentire... Ma le violenze non ci abbandonano mai… perché se si crede che violenza siano solo botte, stupri, uccisione, non ci si rende conto che le violenze psicologiche sono dure tanto quanto le altre e lasciano ferite, ferite invisibili all’occhio che non sa vedere, ma profonde e dolorose. Pochi hanno sentore, inoltre, che anche l’indifferenza fa parte di queste violenze, perché dell’indifferenza ormai ne abbiamo fatto il nostro abito quotidiano.
L'indifferenza con cui molti uomini usano una donna per il loro unico piacere per poi buttarla via come fosse una cosa usa e getta che, quando si è esaurita (in base a logiche perverse), non serve più al loro scopo, e per cercarne un'altra più consona al novello desiderio di conquista… O basta, semplicemente, far riferimento al pensiero maniacale del possesso della schiava in qualsiasi ambito sociale: privato o lavorativo che non lascia spazio a personalità, dignità … uccidendo ogni amore della donna per se stessa e ogni rispetto.

E’ questo che noi donne dobbiamo imparare: l'amore e il rispetto per noi stesse a qualunque costo! Dobbiamo imparare a dire di no.. e a non lasciarci trascinare in giochi morbosi e distruttivi, siano essi spinti dall’amore o dal bisogno! E questo possiamo farlo solo se cominciamo a volerci bene e ad essere leali e solidali sempre ogni giorno le une con le altre ... perché chi violenta una donna ... violenta tutte le donne..
Anna Rita Scheri


domenica 17 maggio 2015

LIBERA SCELTA E RESPONSABILITÀ, l'eterna condanna

L'uomo è condannalo ad essere libero" - proclama Jean-Paul Sartre in una formula apparentemente paradossale. Egli sottolinea così l'idea che la libertà dell'uomo è infinita e che, quindi, rende, l'uomo interamente responsabile delle sue scelte - "Tutto ciò che mi accade è mio: si deve intendere con questo, innanzitutto, che io sono sempre all'altezza di ciò che mi accade, in quanto uomo,  perché ciò che accade a un uomo, da parte di altri uomini e da parte di se stesso, non potrebbe essere che umano.”
Dato che soltanto gli esseri umani dispongono di questa incondizionata libertà di scegliere, che li accompagna nel corso della loro esistenza stabilendone i fini, questo costituisce per Sartre: “il motore della tragedia della responsabilità”; in quanto ogni scelta individuale  riguarda tuto il resto delle persone che sono a lui attorno, se non l’intera umanità. Per questo ne L’existentialisme est umanisme, Sartre descrive la responsabilità come una terribile condanna che grava sulla condizione umana e ne mina la possibilità d’azione, sia sua che di altri.
Ora, senza scomodare ulteriormente Sartre, appurato che ogni essere umano ha possibilità di scelta, anche se a volte sono scelte indotte da un retaggio moralistico-educativo che non lascia spazio al vero libero arbitrio, l’essere umano ne ha comunque consapevolezza. Tanto più se si tratta di scelte che coinvolgono un rovesciamento di schemi e situazioni e che richiedono una certa dose di coraggio e di responsabilità sia nei confronti di se stesso che di altri.
Purtroppo però l’assunzione di responsabilità resta ostica ai più, provocando così uno scarico della stessa dal soggetto della scelta all’oggetto - uno o tanti -  che in questa stessa scelta viene coinvolto anche suo malgrado e senza suo consenso diretto.
Per fare un esempio molto semplice: un uomo che decida di uccidersi con il fumo e vive in una stanza con altri, deve prendere coscienza che questa sua decisione-scelta porterà disagio, se non alla stessa morte, anche le altre persone che dividono con lui quello spazio. E qui la presa o non presa di responsabilità gioca un ruolo decisivo.
Egoisticamente l’uomo potrà fregarsene e fumare a suo piacimento, anche tentando di nascondere o adducendo false teorie che comunque quel fumo non creerà danni a nessuno o proclamando che la sua è solo indiscussa libertà, mettendo in atto forti tentativi di manipolazione e innesco di sensi di colpa in chi potrebbe sentirsi responsabile di limitare quella stessa libertà, oppure, invece, potrebbe assumersi la responsabilità della sua scelta mettendo al corrente gli altri, lasciandoli liberi di restare o cambiare stanza o lasciando lui stesso quello spazio per trovare un contesto più consono e giusto presso altri fumatori.
Il gioco perverso delle parti più forti e dominanti fa in modo però che prevalgano gli egoismi e che ci siano più vittime di quello che si immagina, perché colui che detta le regole, con la sua scelta, pretenderà che gli altri entrino nel gioco lasciando a lui sempre la vittoria, mettendo in atto tragiche manipolazioni! Ora la domanda che scaturisce da tutto questo potrebbe essere: quanta consapevolezza c’è nell’uomo che dentro la propria scelta coinvolge/ferisce altre persone?  
E qui il problema perenne e sempre più incalzante della conoscenza di se stesso - Nosce te ipsum -acquista a sua volta una valenza sempre maggiore e primaria… perché anche in questo: la tragica ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ diventa una giusta condanna.
Anna Rita Scheri


martedì 7 aprile 2015

Il maschile ed il femminile nel tempo di passaggio

Viviamo un tempo di passaggio in cui la donna si è molto evoluta allentando il fardello dei doveri come madre, moglie, amante ... e/o semplice supporto lavorativo, liberandosi con ciò dei molti sensi di colpa inculcati dalla famiglia o da una società patriarcale. Ha liberato se stessa anche del concetto arcaico della sottomissione nel sesso, di un sesso passivo e non gratificante.
L'uomo, in tutto questo, non è ancora riuscito ad adeguarsi. I nuovi parametri femminili lo hanno destabilizzato e questo ha fatto sì che rallentasse la propria evoluzione! Si è sentito vittima di una donna più presente a se stessa e più decisa, e come vittima  gioca al riscatto nel solo modo in cui è capace: conquistando per poi tentare di sottomettere e ripristinare il suo controllo, il suo possesso... Alcune donne hanno sposato la causa di questo uomo vittima della femmina troppo emancipata, e sostengono inconsapevolmente la 'debolezza' maschile continuando così a preservare anche i propri sensi di colpa al femminile...
In opposizione troviamo però la donna che, invece, per emancipazione, ha creduto di doversi allineare a quei parametri maschili che si rapportano nell'aggressività, nel dominio, nel raggiungimento del potere a tutti i costi, sia pure con la sottomissione altrui! Uccidendo in questo modo ciò che fa della donna l'essere accogliente, amorevole con capacità di mediazione... e comprensione.
Viviamo un periodo di passaggio e ci vorrà ancora del tempo prima che le donne e gli uomini arrivino a capire che valori maschili e femminili vanno preservati dentro ognuno di loro (e parlo dell'anima - il femminile - per gli uomini e dell'animus - il maschile - per le donne) per raggiungere quell'armonia ed equilibrio tra le parti che in molti si augurano, ma che sono ancora lontani dalla reale comprensione.

anna rita s



"L'incertezza del del dubbio" - olio su tela

mercoledì 7 gennaio 2015

MARIONETTE

Quando nel 1998  misi sulla tela il mio sentire e lo trasformai in figure di marionette, mi ero già resa conto di quanto difficilmente si ha sentore che non si ha alcun potere sul corso di molti eventi della vita e li si subisce. 
Quante volte cambiamo pensiero? Quante volte ci adeguiamo a situazioni, persone, accadimenti, senza che ci si renda conto di essere stati risucchiati da una spirale che ci fa volteggiare senza il nostro reale desiderio di esserci... di volerci stare. Oppure pensiamo di essere immuni alle catastrofi, ai giochi di potere, agli incidenti o malattie... e poi succede che... 
Ebbene sì, siamo marionette incapaci di muoverci senza quei fili che ci muovono e non ne abbiamo coscienza!
Abbiamo più personalità di quante crediamo di avere... Un momento siamo felici, l'attimo dopo l'infelicità ci coglie inaspettata. Un attimo amiamo una persona e l'attimo successivo riusciamo ad odiarla più di qualsiasi altra cosa; cambiamo idea più facilmente di quanto possiamo credere di fare, eppure i nostri fili sono lì, invisibili solo perché non li vogliamo vedere... e magari continuiamo a sparlare inadeguatamente di libertà, a cercarla, quando non se ne conosce neppure il reale significato...
Sì, lo so, come posso io capovolgere o destrutturare il significato di una parola per la quale in molti sono morti, hanno lottato e scritto molto? Ma io parlo di quella libertà interiore, quella con la quale ognuno di noi deve fare i conti riflettendosi nello specchio del proprio inconscio, del proprio vero Io.
Ci è stato fatto un dono grandissimo: il libero arbitrio ma non ci è stato dato in 'dotazione', se mi si concede questo termine. Il libero arbitrio è l'unica cosa che ci potrebbe permettere di liberarci dei fili che ci manovrano, quei fili che ci vietano di decidere per noi stessi: cosa fare, dove andare e discernere i desideri veri da quelli falsi, ma ... ce lo dobbiamo guadagnare e lo si guadagna con la ricerca, la conoscenza, con la presa di coscienza che si deve cambiare modo e metodo di vita per iniziare la scalata verso valori spirituali molto più alti. Trovare quell'amore per noi stessi che ci permette di essere finalmente liberi!
Si dice che nessuno potrà mai decidere di dare una svolta alla propria vita, se prima non incappa in qualche avvenimento drammatico che apre un diverso sentire e un nuovo rapporto con la propria esistenza. Forse è così o forse semplicemente dovremmo lasciar andare vecchi schemi, vecchie corazze, vecchie educazioni pregne di moralismi, regole... e ritrovare un Eros antico e personale, nella sua accezione di bellezza, desiderio di conoscenza e meraviglia, ancora presente in noi e che trasuda spesso nei sogni e ci mostra quello che il nostro vero Io vorrebbe essere, ma che non permettiamo che sia... E' l'agire contro le regole perché amiamo altre cose.... 
anna rita scheri
  

 Il Bastone - olio su tela
                                  Il palo - olio su tela











Graffiti - olio su tela