Io giudico. Tu giudichi. Egli
giudica. Noi giudichiamo. Voi giudicate. Essi giudicano.
E si costruisce così un mondo con
le fondamenta che pescano nel marcio del giudizio! Con le radici che pescano
nel marcio dell’accusa, del metro con cui le persone valutano altre persone a
loro simili ma rese diverse dal giudizio!
Eppure qualcuno, molti secoli fa
pronunciò la fatidica frase: chi è senza peccato scagli la prima pietra! Ma da
allora, anche se quella volta le pietre vennero abbandonate a terra… quante
altre ne sono state scagliate senza ragione, senza un briciolo di comprensione
per ciò che si vedeva, ascoltava… subiva?
Sicuramente troppe.
E tra quelle pietre scagliate,
quante hanno realmente colpito con cognizione di causa? Con imparzialità? Se
mai poi si possa parlare di cognizione di causa o d’imparzialità nello
scagliare una pietra che ferisce oppure… uccide! Ma per ‘non sbagliare’, nell’incapace
possibilità di fare un conto giusto ed equo, le pietre continuano ad essere
scagliate contro quei bersagli che, caso strano, sembrano somigliarsi quasi
fossero tutte gocce d’acqua dello stesso mare.
Io giudico, tu giudichi, egli
giudica.
Ovunque il giudizio passa si crea
il deserto della solitudine, dell’amore ferito, della violenza gratuita… del ‘non
puoi permetterti d’essere così come ti pare’ , del ‘guai a te se esci dalle
regole del moralismo della clan o della casta’, del ‘non puoi disallinearti dal
canale' ormai scavato dalle file interminabili che hanno percorso da secoli le
stesse strade, le stesse vie con lo
stesso fango che le ha sporcate e che neppure ormai si nota più. Perché al
marcio si si adegua, ci si abitua, ci si confonde.
E siamo prede oltre che
carnefici. Il turno cambia e le regole possono saltare e chi la pietra l’aveva
in mano e l’ha scagliata… ora è immolato sull’altare del giudizio e lapidato… e
troppo tardi si accorge d’aver sbagliato. Sbagliato a scagliare quella pietra
che rubata alla Terra, che di tutti è Madre, è stata usata per spezzare l’armonia, e
lapidare quell'amore e quella comprensione che ci nutriva.
Siamo dunque schiavi del giudizio… incapaci
di rischiare per essere liberi di aprire il cuore e lasciarci andare … ovunque
la comprensione e l'amore potrebbero decidere di portarci.
a r scheri
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